Tuvalu, un paradiso che affonda
E' uno degli stati più piccoli del mondo, comprende quattro isole coralline e cinque atolli con una superficie di appena 26 km² ed è il secondo paese meno popolato al mondo dopo Città del Vaticano. Siamo a Tuvalu, situata nell'oceano Pacifico a metà strada tra le isole Hawaii e l'Australia.
Questa non è sicuramente meta di turismo di massa, visto che ogni anno opiterà solo poche centinaia di turisti, ma i paesaggi incontaminati, la possibilità di praticare sport acquatici o relax totale, l’evasione dal caos delle nostre città, l’ospitalità e l’affabilità delle popolazioni locali, rendono Tuvalu un luogo davvero attraente. Vaiaku, la capitale, è l’unica località attrezzata da un punto di vista turistico ed è formata da poche case, alcuni edifici amministrativi, l’aeroporto, una sola chiesa e il porto. La più grande attrazione è sicuramente la laguna larga 14 km e lunga 18, dove è possibile praticare nuoto e snorkelling.
Il periodo migliore per una vacanza a Tuvalu è quello da marzo a settembre e raggiungerla non è sicuramente veloce, ma ne vale la pena. Per raggiungere Tuvalu occorrono infatti circa 2 giorni di viaggio compresi gli scali e 2 pernottamenti: le ore effettive di volo sono circa 26. Da Suva (Fiji) volo Pacific Sun per il Funafuti International Airport (FUN). L’unico albergo di Tuvalu si trova nella capitale, il Viaku Lagi Hotel. È possibile alloggiare presso semplici lodge nella capitale e negli altri atolli, ad eccezione di Niulakita e Nukufetau. Non ci sono campeggi. Non esistono voli interni; esistono però due navi di proprietà dello Stato (Nivaga II e Manu Folau) che effettuano il giro delle isole fermandosi in ognuna circa un'ora. È possibile nelle varie isole affittare scooter o piccoli pulmini per gli spostamenti.
Ricordatevi poi che la popolazione è molto socievole, ma dovrete tenere presente delle loro usanze a cui sono molto legati: togliere le scarpe ogni volta che si entra in chiesa, nei luoghi di incontro e nelle case private e quella di non indossare abiti eccessivamente succinti al di fuori delle spiagge.
Autore: Melania Guarda Ceccoli