Scilla la perla della Costa Viola
Ovidio narra nelle Metamorfosi la storia della ninfa Scilla che era solita bagnarsi nelle acque nei pressi di Reggio Calabria. Una sera, in spiaggia fu sorpresa da Glauco, un pescatore che un prodigio divino aveva trasformato in un essere mezzo dio e mezzo uomo. Spaventata scappò su un monte mentre Glauco le dichiarava il suo amore. Glauco chiese a Circe di far innamorare Scilla. Circe rispose che un dio non può implorare l'amore di una mortale e si propose. Il rifiuto di Glauco fu vendicato con una terribile vendetta: Circe sparse un filtro magico nelle acque in cui si bagnava Scilla e appena lei si immerse terribili teste di cane le comparvero davanti e sei teste mostruose si attaccarono alle sue gambe. Per la paura si buttò nelle acque che bagnano la città rifugiandosi nella grotta dove abitava Cariddi, un'altra Ninfa che Giove aveva trasformato in mostro marino. Scilla e Cariddi rappresentavano i confini del mondo conosciuto dagli antichi, l'attuale Stretto di Messina.
Scilla è uno dei quattro comuni che formano la Costa Viola, una striscia di mare lunga 35 Km che separa la Calabria dalla Sicilia. Già Platone era affascinato dalla bellezza di queste acque incontaminate che sembrano addirittura viola. Appena giunti a Reggio Calabria o Lamezia Terme si raggiunge Scilla in treno o in pullman. I turisti sono attratti dal bellissimo mare ma anche dal delizioso borgo: il quartiere di Chianalea con le casette dei pescatori disposti a gradinata verso il mare, le stradine costeggiate da gelsomini, il Castello dei Ruffo che doveva difendere queste terre dai Saraceni e le tante chiese costruite tra il XVI e il XVI secolo consentono romantiche passeggiate. Per rifocillarsi dopo una giornata di mare la cucina locale offre gustosi piatti a base di pesce, sapori semplici e puri come questa terra.
Zazie
Autore: A.V.