Mont St-Michel, il gioiello delle maree
Di Laura Tirloni - Il vescovo d'Avranches avrebbe fondato un santuario nel 708 sul Mont-Tombe, dopo tre apparizioni consecutive dell'arcangelo San-Michele. Così nacque Mont St-Michel, posto tra la Punta bretone di Grouin (Cancale) e la Punta normanna di Champeaux, verso Granville. Un luogo di turismo e di pellegrinaggio internazionale, grazie alla splendida abbazia benedettina, che con il suo profilo maestoso posto sull'immensa distesa di sabbia, rappresenta senza dubbio l'emblema della Normandia. Questo gioiello architettonico, Patrimonio dell’Unesco dal 1979, si innalza sulla cima di una collina rocciosa, al centro di una baia soggetta alle più grandi maree d'Europa, che lo rendono accessibile solo attraverso un ponte pedonale rialzato. Il complesso monastico è di una bellezza assoluta, così come la città medievale che giace attorno all'abbazia. Ma il fascino di questo luogo è soprattutto legato alla sua posizione unica e al suggestivo fenomeno delle maree, che agiscono sotto l'influenza gravitazionale della luna. Esiste un preciso calendario sull'andamento delle acque, che periodicamente circondano il promontorio oppure si ritraggono fino a 15 metri, in coincidenza degli equinozi d'autunno e di primavera. Durante l'alta marea, il mare avanza molto rapidamente sotto forma di un'onda alta mezzo metro, che corre come un "cavallo al galoppo". Uno spettacolo che è emozione pura.
L’abbazia è raggiungibile percorrendo la Grand Rue e salendo la ripida scalinata di 350 gradini. Una buona dose di motivazione in questi casi aiuta. Imperdibile anche la magnifica Èglise Abbatiale, che fonde in modo superlativo lo stile romanico a quello gotico, e La Merveille, ossia l’insieme di costruzioni sul lato nord, che comprende il chiostro, il refettorio, l'ambulacro dei monaci, lo scriptorium e la Crypte Saint-Martin, nota per la splendida volta a botte. Per chi desidera godersi l'intero complesso immerso nel silenzio, il che è decisamente consigliabile, meglio dribblare le orde dei turisti e rimandare la visita alla sera, ora in cui l'isola tende a svuotarsi e si ammanta di un fascino tutto particolare, offrendo una suggestiva veduta notturna sulla baia.
Appagante è anche passeggiare a piedi o a cavallo nella baia, lungo le distese sterminate intorno all'abbazia, ma per via delle maree e delle sabbie mobili, meglio affidarsi a guide preparate o comunque seguire attentamente le indicazioni poste sui numerosi cartelli e opuscoli. Da evitare il pernottamento sull'isola, per non doversi ritrovare con il portafoglio espugnato. Beauvoir è il vicino villaggio dove si concentrano la maggior parte degli alberghi e dove è possibile rifocillarsi con un buon rapporto qualità prezzo. In alternativa, Pontorson è una gradevole e graziosa cittadina che sa accogliere dignitosamente. Così come quest'isola, suggestiva e unica al mondo. Un ricordo che resiste al tempo; una memoria che si rinnova di viaggiatore in viaggiatore.
Autore: Laura Tirloni