Tradart Acacus - alla scoperta delle incisioni rupestri nel deserto del Sahara

 

Di Laura Tirloni - L'estesa area montuosa desertica di Tadrart Acacus è situata a sud-ovest della Libia, nel Fezzan, vicino alla città di Ghat e nei pressi del confine con l'Algeria. Custodisce un immenso patrimonio di arte rupestre di grande importanza, le cui pitture sono collocabili tra il 12.000 a.c. e il 100 d.c. Con le sue diramazioni orientali, può essere considerata tra le aree più ricche al mondo per concentrazione di depositi antropozoici, opere rupestri, reperti di superficie e depositi lacustri di estrema rilevanza. Non a caso, nel 1985 il sito è stato inserito tra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO. Questo perché, nascoste tra le rocce e nelle caverne, si possono ammirare pitture e incisioni raffiguranti animali, uomini e scene di vita quotidiana, che raffigurano i cambiamenti culturali e naturali che hanno avuto luogo nell'area durante le varie epoche. Le pitture e le incisioni rappresentano in particolare giraffe, struzzi, elefanti, cammelli e cavalli oltre a uomini nell'atto di danzare e di suonare. Le pitture testimoniano il passaggio dell'uomo in un'epoca che gli studiosi fanno risalire tra la fine del Pleistocene e l'Olocene.

A quel tempo il deserto del Sahara era una specie di savana percorsa da fiumi e popolata da una ricca fauna. I disegni ottenuti con pigmenti naturali come l'ocra e fissate con colle di derivazione organica, come il grasso animale, si sono conservati in perfetto stato grazie alla protezione delle caverne e al clima particolarmente favorevole, secco e asciutto, quello tipico del deserto. Le primissime ricerche sul territorio si svolsero con carovane di cammelli e piccoli attendamenti mobili e i siti furono scoperti solo agli inizi degli anni '50 da gruppi di archeologi libici e italiani, capitanati da Fabrizio Mori. L'Acacus presenta un'alta varietà di paesaggi, che vanno dalle dune di vari colori, alle gole; dalle rocce di forma caratteristica, alle montagne. Di particolare interesse sono gli archi di Afzejare e Tin Khlega. Benché questa rappresenti una delle aree più aride e secche del Sahara, è presente della vegetazione.

Questa rappresenta una meta davvero particolare. Un viaggio alla scoperta di un passato tutto da decifrare e ricco di fascino. Allo stesso tempo, attraversare il deserto è un'esperienza che non lascia indifferenti. Un'avventura che possiamo definire trasformativa. Il deserto è immenso e può farci sentire persi e vulnerabili, ma è proprio dall'accettazione di questa realtà che può scaturire un rinnovato senso di forza.







Autore: Laura Tirloni