Pamplona, tra sacro e profano
Pamplona, capoluogo della Navarra, provincia autonoma nel Nord della Spagna è famosa soprattutto per la corsa dei tori che si svolge a luglio in occasione della festa di San Firmino. Un esempio, questo, di come la Spagna possa essere definita il paese dei contrasti, dove una cerimonia religiosa può assumere facilmente carattere profano e di confusione popolare, divenendo a volte anche cruenta, causando danni alle persone e agli animali coinvolti nella manifestazione.
Aggiungendo poi il fatto che Pamplona rappresenta la prima tappa importante in Navarra per chi proviene dai Pirenei, del lungo cammino che porta alla famosa meta di pellegrinaggio di Santiago di Compostela percorso da numerosi moderni viandanti, sia per motivi religiosi o semplicemente turistici, la contrapposizione appare ancora più evidente. Una molteplicità di aspetti che convivono insieme è data anche dall’assetto urbanistico della città, con gli edifici moderni che si integrano con quelli antichi, come pure, in generale, offre il paesaggio spagnolo costituito da piccoli borghi legati alle tradizioni accanto a città futuristiche, le alte montagne innevate e i mari cristallini.
Nel caso specifico di Pamplona, la città si presta ad essere visitata anche per tutti gli altri aspetti non direttamente collegati alla festa di San Firmino e in altri periodi, preferibili per chi vuole conoscerla con più tranquillità e non avere difficoltà di alloggio, infatti recandosi nel periodo cruciale di San Firmino occorre prenotare con mesi di anticipo. Circondano la città le antiche mura del 1600, perfettamente conservate e percorrendone una buona parte si giunge alla Cittadella, fortificazione del 16° secolo con le antiche porte e i bei giardini, dove oggi si svolgono concerti e manifestazioni di vario tipo. La parte più antica della città è la Navarreria risalente all’11° secolo che, insieme ai rioni di San Saturnino e San Nicolas rappresentano i borghi storici in cui tuttora è divisa Pamplona e dove è possibile trovare negozi di artigianato locale.
Il centro della città è costituito dalla Piazza del Castello, nei cui pressi si trovano il Palazzo di Navarra, la sede del Governo, il Caffè Iruna dal caratteristico arredamento stile Liberty e l’Hotel Perla, frequentati da Hemingway che amava le corse dei tori e, in generale la corrida, immortalate nel suo romanzo “Fiesta”, ambientato proprio a Pamplona dove era considerato ormai di casa, tanto da dedicargli anche un monumento che si trova davanti alla Plaza de Toros, l’arena situata al termine delle mura cittadine, vicino al fiume Arga. Simbolo dell’architettura religiosa di Pamplona è la cattedrale gotica, con facciata neoclassica, Santa Maria la Real, una delle più importanti chiese spagnole, dagli interni notevoli e dal caratteristico chiostro gotico con annesso Museo di arte sacra.
Se Compostela deriva da” pioggia di stelle” che nell’813 un uomo vide cadere, ben altre 9.000 stelle possono essere viste dal Planetario di Pamplona, uno dei più grandi del mondo che vale la pena visitare. La città è anche nota per i numerosi parchi che rappresentano per i 200.000 abitanti di Pamplona un’elevata quota di verde procapite, dal Parco di Media Luna creato nel 20° secolo considerato il più romantico, a La Tejera, da La Taconera che ospita cervi, daini e pavoni al moderno Yamaguchi progettato nel 1997.
Festa di San Firmino a parte, Pamplona è una città vivace, anche grazie alla presenza della sua famosa Università, i pub con musica dal vivo, i bar, in particolare quelli del rione Navarreria, per gustare i tipici “tapas” e le discoteche, nonché i numerosi ristoranti per conoscere i piatti tipici, come la zuppa di verdure di Tudela e l’insalata di formaggio di capra dei Pirenei oppure la cucina tipica dei Paesi Baschi, con cui confina la Navarra.
Autore: Luciana Cattaneo