Il fascino antico dell'abbazia di Sant'Antimo
Immersa in una conca verdeggiante, nel silenzio del paesaggio toscano domina l’antica Abbazia di Sant’Animo. Giungendo nei pressi dell’abbazia, non si può restare insensibili al fascino che emana l’antico edificio religioso, sia per l’ottimo stato di conservazione che per l’impatto cromatico, reso ancora più suggestivo verso il tramonto.
Costruita in travertino, dal caratteristico colore chiaro ed alabastro, risalta sulle sfumature verdi del paesaggio circostante mettendo in evidenza tutte le sue caratteristiche che ne fanno uno splendido esempio di romanico toscano misto ad elementi francesi e lombardi.
Le prime tracce dell’abbazia risalgono al 350 e sorsero sul territorio oggi compreso nel comune di Montalcino, ma fu dal 781 che si ingrandì ed acquisì maggiore importanza con il riconoscimento da parte di Carlo Magno del monastero di Sant’Antimo.
All’esterno sono notevoli le sculture e le decorazioni in bassorilievo della facciata che sono riprodotte anche negli interni dell’abbazia, suddivisi in tre navate. Una storia alternata a periodi di prestigio e di decadimento caratterizza l’abbazia, tanto che nella seconda metà dell’800 fu utilizzata come stalla e magazzino prima di essere presa in carico dalle Belle Arti che le diedero l’aspetto attuale, dopo numerosi restauri.
Fu soprattutto a partire dagli anni ’90, quando si insediarono nuovamente alcuni monaci, italiani e stranieri, che la vita del monastero si vivacizzò e ancora oggi, tutti i giorni, riecheggiano i canti gregoriani a cui molti visitatori si avvicinano, sia per motivi religiosi che per vivere la suggestione dell’antica atmosfera medievale che sembra restare immutata nel tempo.
Autore: Luciana Cattaneo