Andaman Islands, un angolo di Paradiso
Se provaste a chiudere gli occhi, almeno per un solo istante, e ad immaginare il vostro Paradiso terrestre, molto probabilmente l'immagine che si presenterebbe nella vostra mente sarebbe una landa sperduta nei mari del Sud. Ci sono luoghi, tuttavia, dove la più fervida 'immaginazione umana non riuscirebbe a prendere il sopravvento su una realtà ancora più unica e spettacolare. E allora, tralasciando qualsiasi artificio della mente, potreste ritrovarlo (il Paradiso), per incanto, dinanzi ai vostri occhi.
E' questo il caso, senza retorica, delle Andaman Islands, immerse nel Golfo del Bengala, fra l'India e il Myanamar, nelle calde acque dell'Oceano Indiano. Una densa foresta sempreverde primeggia su una miriade di isole ed isolotti, dalle più svariate forme e dimensioni: dalle Grandi alle Piccole Andaman, fino alle 204 isole Ritchie, tagliate da stretti e fondi canali in una splendida cornice di fiori esotici, palme di cocco, alberi della gomma, mango e padauk, legname locale di pregiato valore.
La peculiarità di questo angolo di Paradiso è facile da cogliere, anche dal visitatore distratto. Per molti secoli queste terre, queste infinite e lussureggianti spiagge bianche, sono state inaccessibili all'uomo e risultano, di fatto, incontaminate, quasi “serbate” allo stato originario, dalla “creazione”.
E a ricordarcelo, fortunatamente, è la presenza in esigue “oasi” (sempre più “invisibili”) di piccoli gruppi di indigeni della razza pigmea asiatica, dalla pelle nerastra, dalla faccia bassa e larga, dalle labbra grosse e il naso appiattito. Il Governo indiano, per salvaguardare le tribù locali (alcune delle quali non hanno ancora conoscenza della scoperta del fuoco), vieta ai turisti stranieri l'accesso alle aree tribali.
Il mare cristallino, capace di svelare i segreti di fondali ricchi di vegetazione e di specie rare, è adatto per ogni tipologia di immersione, sia per esperti che per appassionati del genere: note agli amanti del settore sono l'Havelock Island e le secche di The Brother, per i loro “tesori” ancora inesplorati e dai pullulanti colori. Ma la vera “anima” del luogo, sono i venti e le correnti che quasi ogni giorno “accarezzano” le isole, facendo del meraviglioso arcipelago, la potenziale “patria” della vela. Per quanto solo una parte del territorio è visitabile da turisti, infatti, il mezzo di trasporto più utilizzato è la tradizionale e scarna barca guidata da abili naviganti residenti.
Per chi volesse esplorare l'arcipelago, il punto di partenza obbligato è l'isola di Port Blair, la capitale delle Andaman, piccola cittadina popolosa (circa 50.000 abitanti) situata nelle South Andman. E nonostante l'apocalittico tsunami del dicembre del 2004 che ha provocato diversi danni alla struttura, a ricordare la vera storia dell'arcipelago, nella strade della capitale, si erge il Cellular Jail, la prigione tristemente famosa per le atrocità commesse nei confronti delle popolazioni locali e dei “deportati” asiatici dell'impero britannico.
Dalla capitale è possibile, poi, senza difficoltà, raggiungere le mete e gli scenari unici delle località accessibili ai turisti, via nave (il trasporto è garantito almeno quattro giorni a settimana): dai parchi naturali di Wandoor, Chiriyatapu all'isola di Jolly Buoy, nota per i coralli mozzafiato del Mahatma Gandhi Marine National Park dove è possibile praticare lo Snorkeling; dalle Cinque Islands, ideali per pescare e unite da una lunga “striscia” di sabbia bianca, fino alla Barren Islands dove “riposa” l'unico vulcano indiano ancora attivo; dalla Long Islands, dalle cui coste è possibile, per molti giorni all'anno, osservare l'incantevole “giocherellare” di gruppi di delfini, alla spiaggia di Cutbert Bay, sotto la cui sabbia nidificano, in piena libertà ed indisturbate, le caratteristiche tartarughe dell'arcipelago (alle tartarughe è dedicato anche un santuario nella stessa baia). Per scovare, tuttavia, la fauna del luogo, non sono necessari lunghi spostamenti: su tutto il territorio delle Andaman e, in particolare, nelle meravigliose paludi litoranee, è possibile osservare le rumorose e “dispettose” scimmie nonché serpenti, spesso velenosi, e coccodrilli. Occorre, perciò, soprattutto nel praticare il trekking, stare molto attenti: è consigliata la presenza di una guida, anche nei parchi “liberi”.
Fra sport, campeggio, vela, cultura, parchi e panorami mozzafiato, le Andaman Islands rappresentano un mix perfetto adatto sia per i più avventurosi che per coloro che vogliono godere una rilassante vacanza su spiagge incontaminate. La speranza è che questo arcipelago rimanga davvero al suo stato primitivo e che il progressivo arrivo di turisti da ogni continente non stravolga la splendida armonia (fra uomo e natura), tratto distintivo delle Andaman Island e, in fondo in fondo, di qualsiasi Paradiso... terrestre.
Autore: Emanuele Ameruso