Soggiorno a Lampedusa di Giovanni e Gemma a giugno 2011

Spazzatura. L'isola non ha mai brillato per la pulizia delle sue strade e della sua campagna. Questo lo abbiamo notato fin dalle prime visite fatte nel lontano 1970, quando si arrivava da Palermo a mezzanotte con il piccolo Fokker dell’ATI. Ovunque vai trovi rifiuti di diversa tipologia: bottiglie di plastica, di vetro, lattine, avanzi vari. Attorno ai cassonetti destinati ufficialmente alla raccolta differenziata, c’è, oltre ai sacchetti che contengono di tutto, materiale vario di edilizia, frigoriferi, travi. Per alcuni giorni, il prelievo non è stato effettuato con la situazione che si può immaginare. Con rispetto parlando, sembrava di stare a Napoli. Gatti e cani rompono i sacchetti alla ricerca di cibo, con conseguente fuoriuscita del contenuto. A causa del caldo, la fermentazione dei residui di cibo crea una cappa olezzante. Anche i gabbiani si nutrono di spazzatura.
Sembrerebbe che i dipendenti addetti alla raccolta non siano pagati da quattro mesi, causa mancanza di fondi. Dopo qualche giorno la situazione è tornata nella normalità. perchè è stata pagata una mensilità. Il guidatore del bus pubblico che fa la spola fra il centro dell'isola e l'isola dei Conigli da un lato (ponente) e Cala Creta (levante) diceva che la cosa è voluta perchè la società ci guadagna alla grande ritardando volutamente i pagamenti.
Mi sono improvvisato operatore ecologico raccogliendo e portando al cassonetto un sacchetto arrivato non si sa come a centro strada nonchè un cartone che offendeva lo sguardo. In verità, ero animato dalle migliori intenzioni perchè qui da Firenze avevo portato un rotolo di sacchetti ed un paio di guanti. Poi mi è andata via la voglia pensando che il mio gesto era velleitario dato che nulla sarebbe cambiato; sarebbe stato come svuotare il mare con un secchiello.

Mare
Il mare è ancora pulito. Dalla nostra casetta al mare si impiega in media 20-25 minuti a piedi. Conosco una piattaforma sotto al faro, poco o pochissimo frequentata, raggiungibile da terra, dopo un percorso in una valle arida e sassosa. Qui ci sono tracce evidenti che un tempo hanno prelevato materiale da costruzione, blocchi di pietra, da una cava poco profonda. Una scala ritagliata nella roccia agevola la discesa a mare, anche se ci si può buttare in acqua anche da un posto vicino con piccola piattaforma per prendere il sole. Di solito venivo qui nel pomeriggio per tre ore circa, fino al calar del sole (18,15).
Sono venuto qui anche di mattina con Gemma arrivando alle 7,30. Ovviamente non c'era nessuno perchè gli isolani fanno tardi la sera e la mattina dopo si alzano con calma. Ci ha fatto compagnia la lettura del libro di Matthew Fox: "In principio era la gioia, Original blessing". Poi è stato bello osservare le folate del vento di terra sul mare, i cambiamenti di colore con il passare delle ore, il passaggio della nave di linea in lontananza, gli aliscafi da/per Linosa, l'avvicinamento e la partenza degli aerei. Non abbiamo frequentato le spiagge, perchè affollate.

Sequestro penale
Un giorno, tornando dal paese in bus, al nostro capolinea abbiamo visto una pattuglia di carabinieri che recintava un grande appezzamento di terreno con edifici vari. Nel pomeriggio dello stesso giorno, a lavoro compiuto, abbiamo letto il cartello che avvisava che la zona era stata sottoposta a sequestro penale per ordine del tribunale di Agrigento. Mi sono immaginato l'isola impacchettata da ponente a levante, da nord a sud, come un pacco regalo, dato che la maggior parte delle costruzioni è abusiva. Un nastro di plastica con la dicitura non oltrepassare, era stato sistemato alla meglio sfruttando pali della luce, picchetti, sassi e cespugli. Il giorno dopo, a causa del forte vento, la fettuccia di plastica era rotta in più punti. Alcuni monconi più lunghi svolazzavano per la strada con potenziale pericolo per i passanti ed i veicoli in circolazione. Allora mi sono improvvisato collaboratore di giustizia ed ho sistemato alla meglio il moncone svolazzante, con il timore ! di esser visto da qualcuno ed essere accusato di aver rotto il fragile sigillo ed invaso il terreno sotto sequestro. Abbiamo saputo che i procedimenti di sequestro sono decine e che si riferiscono a processi vecchi oltre trenta anni. Qui manca un piano regolatore e pochi hanno rispettato le regole.

Clandestini
Nell'edificio dell'aeroporto vi sono dei pannelli che riportano le immagini degli sbarchi di quest'anno, foto che hanno scalzato in parte quelle precedenti sulla vita dell'isola e sulle sue feste (Festa della Madonna a settembre e festa di Baglioni O'scia'). Nell'isola e nell'abitato non si incontrano clandestini. Ormai gli avvenimenti passati hanno fatto sì che -bene o male - si è cercato di gestire il flusso. La guardia costiera controlla l'avvicinamento dei barconi. L'elicottero della Finanza va a prelevare gli individui in pericolo di vita o partorienti. Una volta sbarcati i clandestini vengono portati al Centro di Prima Accoglienza dove vengono rifocillati e identificati. Raggiunto un certo numero vengono portati in bus a Cala Pisana per essere imbarcati su una enorme nave che li trasporta in terraferma. Durante il nostro soggiorno ci sono state almeno tre partenze della nave. Il costo dell'operazione è altissimo: si dice 160.000 euro a viaggio. Nell'isola ci sono ! carabinieri e polizia con dotazione di veicoli. Un paio di militi presidia lo spiazzale dove sono accatastati i natanti sequestrati. Un isolano ci raccontava che hanno già smaltito diversi barconi e pescherecci usati per il trasporto dei clandestini facendo venire un apposito natante. Giovedì 23 giugno 2011 siamo andati a Palermo dalla mattina alla sera per salutare Vera, amica di vecchia data, con la quale abbiamo fatto una magnifica visita all’orto botanico. Orbene, il volo di andata era quasi per la metà occupato da militari in uscita, in tenuta antisommossa, penso per un avvicendamento. Anche al rientro nell'isola, la sera, c'erano militari, ma in minor numero. Abbiamo saputo dalla TV che gli sbarchi continuano. Un giorno abbiamo provato ad andare a vedere il Centro di Prima Accoglienza, che si trova all'interno dell'isola, partendo da Piazza Brignone, capolinea cittadino dell'autobus. Nel tragitto di andata abbiamo visto un bus con a bordo gente di colore che si! avviava verso l'abitato e quindi alla nave. Arrivati in campa! gna, peraltro bella e ben coltivata e curata, un poliziotto, da una macchina parcheggiata, ci ha bloccati e proibito di proseguire. La nostra domanda di sapere il perchè di non poter transitare sulla pubblica via ha avuto una risposta farfugliata la cui parola chiave era clandestini. Tornando indietro ho pensato che, tenuto conto dei precedenti scritti sul CPA redatti da un giornalista che si era finto clandestino, scritti che denunciavano l'incivile trattamento destinato a quei disgraziati, non si vuole infiltrazioni dei media e quindi si proibisce a chicchessia di passare. Per rendere omaggio ai clandestini caduti in mare, domenica 19 giugno 2011 Angeline Jolie, moglie di Bradd Pitt è volata a Lampedusa, con un jet privato. Ha visitato il CPA, ha chiesto ed ottenuto di farsi prelevare le impronte, ha partecipato ad una breve cerimonia presso la Porta d'Europa. Con la promessa di ritornare, dopo poche ore, è volata via con lo stesso jet privato. Vedendo la partenza del! l'aereo, dal mio scoglio sul mare, ho formulato il seguente pensiero: Jolie se ne è andata via di qui, nel suo jet color pink, sorseggiando un bel drink. Questa visita mi ha lasciato un pò perplesso perchè credo che il beneficio concreto e diretto per i poveri disgraziati presenti sull'isola sia nullo. Mi rendo tuttavia conto che la presenza di una attrice bella e famosa in tutto il mondo possa attirare l'attenzione dei media e quindi dei potenti, sul tragico fenomeno dei profughi. Dai giornali si è poi appreso che Jolie è volata a Malta per incontrare il suo compagno, lì impegnato nelle riprese di un film.

Monumenti artistici
Nell'isola vi sono tre importanti monumenti artistici. Il più significativo è la "Porta di Lampedusa - Porta d'Europa", dedicato ai migranti che giungono nell'isola alla ricerca di una nuova e più dignitosa esistenza. L'opera - che si trova sul promontorio di Cavallo Bianco, poco oltre la testata occidentale della pista di atterraggio - è una porta in ceramica refrattaria, composta di pannelli, fatti a Faenza, ricoperta di oggetti vari in terracotta quali scarpe, ciotole, numeri cubitali, etc Al centro vi è un varco, una vera e propria porta, priva di battenti, dalla quale si può passare liberamente in entrambe le direzioni, di evidente valore simbolico. La struttura di quasi cinque metri di altezza e tre di larghezza è stata realizzata da Mimmo Paladino. Inaugurata il 29 giugno 1988, l'opera presenta già evidenti segni di deterioramento. La didascalia che illustrava il monumento è stata divelta e non più sostituita. Secondo l'Osservatorio sulle vittime dell'immig! razione di Fortress Europe, dal 1988 ad oggi, nel canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono state 2793, tra cui 1749 dispersi.
Il monumento più antico è invece l'Obelisco Cassodoro, opera di Arnaldo Pomodoro, situato in Piazza del Municipio. Qualche anno fa è stato ripulito dagli strati di sporco.
Il terzo monumento, senz'altro il più bello, è quello di Andrea Cascella, dedicato al "Pescatore", collocato nella Piazza Brignone, che fu uno dei primi podestà delle isole Pelagie per più di quarant'anni. L'opera è stata ultimata nel 1990, il maestro Cascella è venuto a mancare pochi mesi dopo e così all'inaugurazione del 1991 erano presenti i suoi familiari.La pavimentazione della piazza è opera dell'architetto Luisetti. Eleganti panchine di marmo circondano la piazza, luogo di ritrovo e di gioco per i bimbi, quando scende la sera. Peccato che la vasca prospiciente il monumento di Cascella sia priva d'acqua e pure spaccata sul fondo. In questa piazza abbiamo incontrato i nostri amici lampedusani Salvatore di Maggio ed Alessandro Tuccio.

Flora e fauna
E' stata una piacevole sorpresa vedere una notevole quantità di cuscini di timo in fiore. La pianta forma delle cupole verdi punteggiate da piccoli e profumati fiori di un blu molto intenso. Il profumo del timo si sente maggiormente di mattina ed al tramonto. Dato che ce n'erano in gran quantità vicino al nostro villaggio, più di una nostra pietanza è stata impreziosita dal profumo e sapore di questa pianta. Un'altra pianta che qualifica e caratterizza il panorama dell'isola è l'agave che cresce sia solitaria che in gruppi sparsi. E' una pianta che ha tante piccole braccia che si sporgono dal tronco vegetale, che rimanda all'immagine di tante mani con le palme rivolte verso il cielo. Alcuni interventi del Corpo Forestale della Regione Siciliana hanno consentito il reinsediamento del pino d'Aleppo che si ritrova nella riserva a ponente dell'isola, in alcuni valloni che terminano a mare ed anche lungo la strada costiera che costeggia la pista dell'aeroporto. Qui si ritrov! ano anche piante di cactus e cespugli fioriti di una specie di mimosa, con rami forniti di aculei. Piante di finocchio selvatico, molto profumato, si trovano lungo il bordo delle strade, specie lontano dal paese.
Per quanto riguarda la fauna abbiamo avuto un incontro ravvicinato con una processione di formiche che sono entrate in casa, risalito il lavello e raggiunto il ripiano dove c'erano alcune pesche mature. Chiamata la padrona di casa, questa ha portato un barattolo di polvere velenosa; nonostante il nostro amore per tutte le forme di vita presenti nel cosmo, anche per effetto della lettura mattutina del libro di Fox, abbiamo proceduto ad un formicidio di massa. Per proteggerci da eventuali futuri attacchi abbiamo impacchettato gli alimenti, con particolare cura quelli dolci, da conservare in tanti sacchetti di plastica appesi poi alle maniglie delle finestre, ben consapevoli tuttavia che le formichine, se vogliono, arrivano dappertutto. Fastidi sopportabili ci hanno procurato mosche pizzichine e zanzare notturne. Da segnalare la presenza sulla piattaforma vicino al mare, nostro luogo abituale e solitario, di un insetto più grande di una mosca, di colore bruno, la cui punzecchi! atura crea un rigonfiamento sulla pelle.
Gabbiani in gran quantità volteggiano sull'isola e lungo le coste. Vanno alla ricerca di cibo sia in mare che in terra. La sera compiono dei grandi volteggi circolari riempiendo l'aria di richiami particolari, un pò gutturali.
La spiaggia dei Conigli è il luogo di ovodeposizione della tartaruga marina caretta - caretta. La stagione riproduttiva coincide con la stagione estiva; le uova deposte all'inizio dell'estate si schiudono dopo circa due mesi ed i piccoli appena fuori dal nido si dirigono subito verso il mare. Per proteggere la tartaruga tutta la zona dell'isola dei Conigli è un parco con divieto di accesso dalle 19,30 alle 8,30. Inoltre, parte della spiaggia è recintata e dedicata alle tartarughe che vengono a terra alla sera. Non abbiamo avuto l'occasione di vedere nè una tartaruga nè un coniglio, anche perchè non ci siamo dati da fare in proposito.

Camminate
Oltre alle attività di mare ed in attesa di giocare nel campo da golf promesso dal PdC in occasione di una sua recente visita, si possono compiere delle passeggiate, preferibilmente la mattina presto o nel tardo pomeriggio- sera. Molti sono quelli che fanno footing o corsa, specialmente nella parte orientale dell'isola. La strada che da Cala Creta porta al Faro di Levante, la mattina presto, diventa una pista di atletica.
Per dare un senso delle distanze bisogna annotare che l'isola di Lampedusa ha una superficie di 20,2 kmq ed è lunga 7 kms circa, larga circa 4 kms. Quasi tutti i turisti prendono a noleggio una macchina o un motorino, ma ci si può anche spostare a piedi e con il bus locale, come abbiamo fatto noi.
Oltre alla visita al santuario della Madonna di Porto Salvo, luogo ben curato e ricco di fiori, la nostra prima escursione è stata costituita dalla passeggiata all'interno del lungo vallone che termina a Cala Pulcino. Con il bus abbiamo raggiunto la località denominata Albero Sole, il punto più elevato dell'isola (193 mt). Da qui si può ammirare gran parte della costa settentrionale dell'isola e scorgere sia l'isolotto disabitato di Lampione a 10 miglia a WNW, sia l'isola minore di Linosa, a 23 miglia a NNE. Per arrivare all'inizio del sentiero di Cala Pulcino bisogna raggiungere Casa Teresa, una antica casa lampedusana, di recente restaurata, su una stradella che si diparte dalla strada principale che termina a Ponente. Un segnale annota che il sentiero richiede 40'. Nel suo primo tratto il sentiero si sviluppa all'ombra, sotto un boschetto di pini, in leggera discesa. Quando si torna allo scoperto si può osservare la conformazione delle rocce calcaree del vallone che ! si snoda verso il mare. Si cammina parecchio prima di vedere in lontananza lo spicchio triangolare del mare di un blu molto intenso che contrasta con l'azzurro del cielo. Il fondo del vallone è un torrente asciutto che in certi punti si restringe di molto. Qui deve essere pericoloso passare in caso di pioggia intensa. Per ben due volte sul sentiero troviamo la carcassa di un gabbiano morto. La spiaggia è sassosa. Intorno vi sono resti di alcune abitazioni. Un banco di alghe secche segna la battigia. Il mare è limpidissimo ed invita a tuffarvisi, cosa che faccio subito dopo aver trovato un posto all'ombra. La sensazione di benessere è così intensa che subito dopo essermi asciugato faccio il bis.
Un'altra passeggiata molto bella è stata quella fatta partendo dalla nostra casetta, alle 7,15 del mattino. Il sole è già alto sull'orizzonte, ma non brucia ancora. Prima ci dirigiamo verso il faro di levante e poi giriamo bruscamente a sinistra per prendere la strada perimetrale che costeggia la parte settentrionale dell'isola per ricongiungersi alla strada centrale poco dopo l'isola dei Conigli, in prossimità di Albero Sole. Siamo nella parte più disabitata dell'isola e quindi poche sono le costruzioni che si vedono, per lo più in lontananza. Gli edifici più significativi sono il dancing "O'Scià", ad un terzo di cammino e più avanti un piccolo gruppo di dammusi moderni, destinati al turismo. Qui il silenzio e la pace sono ai massimi livelli. I suoni sono quelli del vento che soffia impetuoso, ostacolandoci il passo, del mare che rumoreggia sulla scogliera sottostante, rosicchiando la costa ad ogni ondata ed infine del verso stridulo dei gabbiani. Di passanti neppu! re l'ombra, è il caso di dire. Solo due ragazze che fanno footing. Il passaggio di qualche camions e poche macchine interrompe la nostra passeggiata solitaria. La strada segue l'andamento del terreno: sale, scende, compiendo diverse ampie curve sia a destra che a sinistra. Il paesaggio muta in continuazione. Brevi soste ci consentono di ammirare la distesa biancheggiante del mare e la costa alta rocciosa. Bisogna fare attenzione a non accostarsi troppo al bordo del terreno, a causa del forte vento. A bordo strada ci sono alcuni tratti di terreno ripuliti dai sassi, utilizzati per fare muretti di confine, e coltivati a segale o avena.
La terza e ultima passeggiata si è invece sviluppata nella parte meridionale dell'isola. Dalla nostra casetta ci siamo diretti prima a Cala Creta e poi a Cala Pisana dove c'è la centrale elettrica, il dissalatore ed anche il cimitero dell'isola. Facciamo visita al luogo di sepoltura dei clandestini annegati in mare. Solo delle semplici croci di legno sbilenche, senza data nè nome, segna la loro presenza. Salutiamo anche il precedente parroco don Giuseppe Policardi (a cui gli isolani, in segno di riconoscenza, hanno eretto una statua a Cala Madonna) e Giovanni Greco ed i suoi figli Brigida e Pino, persone che abbiamo conosciuto fin dai primi anni di frequentazione dell'isola. Ripreso il cammino, percorriamo l'ampia strada che termina al nuovo approdo per le navi di Cala Pisana, più ad oriente di quello vecchio. La strada ora da asfaltata diventa sterrata e si trasforma in un sentiero sassoso in corrispondenza della testata orientale della pista d'atterraggio. Molto belle ! a vedersi dall'alto sono sia Cala Parrino, chiamata così perchè qui il parroco veniva a fare il bagno che Cala Uccello. La costa è alta e strapiombante. Il mare è mosso per il vento di grecale. Nei pressi di Punta Sottile, che talvolta inganna i naviganti meno esperti, specie con tempo brutto, c'è una grande costruzione bassa, fatta di tanti capannoni aperti lateralmente. Si tratta di uno stabilimento di pescicoltura. La cosa ci meraviglia non poco e spiega la consistenza stopposa del pesce comperato alla pescheria del porto. E' un segno della metamorfosi delle attività produttive dell'isola. La pesca tradizionale va diminuendo a favore delle attività connesse al turismo (alberghi, ristorazione, servizi, etc). Il pesce, invece che a mare, si prende a terra, altro ancora arriva in camion frigoriferi trasportati dal postale che fa servizio fra Porto Empedocle e Lampedusa. La ricerca di un posto tranquillo dove fare un bagno ci porta vicino a Cala Francese. Una piccola ! piattaforma prospiciente un'ansa della costa ci ospita per la ! lettura quotidiana e per un pò di riposo. Ripreso il cammino, passiamo davanti alla villa che si dice abbia acquistato Silvio, per la sua collezione edilizia. Raggiunta la strada che costeggia l'area aeroportuale, ci meravigliamo non poco nel vedere una zona verde di pini, mimose in fiore, agavi e cactus. In corrispondenza di Cala Maluk un piccolo monumento rappresentante un libro aperto ricorda la morte di un ragazzo che in macchina percorreva questo tratto di strada. Lanciata la vettura a forte velocità, non è stato più in grado di controllarla, forse per i sobbalzi causati dall'asfalto dissestato. Un altro incidente mortale, verificatosi con le stesse caratteristiche, è accaduto giovedì 30 giugno 2011, verso mezzanotte, in prossimità di Cala Madonna. La nostra passeggiata termina al porto, in tempo utile per fare un pò di spesa e prendere il bus che ci riporta a casa.

Vento
Quando si dice che a Lampedusa fa brutto tempo significa generalmente che tira vento, più o meno intenso. I venti settentrionali favoriscono l'attività balneare sulle spiagge della costa meridionale. Viceversa accade per i venti da sud. Il nostro informatore sui venti è stato il conducente del bus, preso più volte durante il nostro soggiorno. Alla domanda sulla direzione e l'intensità del vento ha risposto sempre con precisione e proprietà di linguaggio. Le previsioni sono state sempre puntuali e verificate nella realtà. Il vento, come si sa, ingrossa il mare, ostacolando la navigazione. Un giorno, dalla veranda della nostra casetta, osservavamo il mare nel tratto da Capo Grecale a Cala Creta per ammirare il passaggio della nave. Aspetta ed aspetta, non si è visto niente. Il mare sembrava relativamente calmo. Solo qualche biancore in lontananza, segno di presenza di creste sulle onde. Abbiamo saputo poi che la nave aveva saltato la corsa, causa mare mosso. A noi, che! naviganti non siamo, è sembrata una scusa per non lavorare.

Galanteria
Abbiamo preso alloggio in una casetta del complesso turistico denominato I dammusi del Faro (tel. 333 1787076), già frequentato l'anno scorso ad ottobre, costruito e gestito da Giacomo (Yaco), figlio di Giovanni Greco, conosciuto tanti anni fa.
La casetta, la prima delle cinque, è posta all'estremità sinistra del gruppetto di casette allineate, con una zona di rispetto fra l'una e l'altra, su un leggero declivo. Ciascuna è dotata di una veranda, prospicente la porta di ingresso, veranda che offre ombra in ogni ora della giornata, da cui si gode la vista del mare, di Capo Grecale con il faro, di Cala Calandra e Mare Morto, così chiamato perchè ben riparato dal vento. Sotto la veranda si può fare colazione, riposare sulla sedia a sdraio, ascoltare il silenzio, osservare la natura circostante. Per la sua posizione, dalla nostra veranda, si vede il susseguirsi delle altre verande, che forma una specie di galleria in discesa. Qui abbiamo passato alcune ore di relax, facendo colazione o cena, osservando il roteare della fama di luce del faro che ha una portata di 22 miglia, con un lampo ogni 5 secondi. Durante la prima settimana di soggiorno la casetta accanto alla nostra è rimasta disabitata. Poi è arrivata da M! ilano una coppia di mezza età. Fin dal primo giorno hanno noleggiato una macchina decapottabile, parcheggiata nel piazzaletto antistante. Una sera, la coppia andava a cena in paese. L'uomo è sceso in anticipo, ha messo in moto la macchina e l'ha spostata di pochi metri per attendere la compagna in corrispondenza dell'uscita della casetta. Con il motore acceso l'uomo ha aspettato la sua donna, che con comodo è uscita in abito da sera. Galanterie di altri tempi, piacevoli da osservare.

Per contattare l'autore di questo racconto: [email protected]


Autore: Giovanni e Gemma