Capo Caccia: affascinante angolo roccioso della Sardegna
Capo Caccia, Alghero. Un mare indimenticabile, d'un azzurro straordinariamente intenso. Guglie e pinnacoli calcarei scolpiti dal vento. Alghero con le sue nobili memorie catalane è a pochi chilometri. Ma qui è tutta un'altra storia, scritta con un linguaggio impervio, rude ed emozionante come può esserlo uno dei luoghi più selvaggi della Sardegna settentrionale. Paesaggi, unici anche nel panorama sardo. Nessuna spiaggia: solo rocce e bastioni a picco sul mare. La classica costa da percorrere in barca, oppure da esplorare con pinne e boccaglio, alla scoperta di fondali profondi, affascinanti per la ricchezza della vegetazione, il mistero delle cavità subacquee, la strabiliante varietà di pesci e crostacei. Insomma, Capo Caccia rappresenta l'alternativa di qualità. Un luogo lontano dal vociare allegro dell'Alghero estiva. Un angolo di silenzio, osservatorio perfetto di ogni bellezza che la costa e l'entroterra possono offrire. I bastioni panoramici d'altronde non mancano: dalla Punta del Giglio, posta a oriente, lo sguardo è libero di correre lontanissimo, a perdersi fra rocce e cale che sembrano non finire mai. Così come dal monte Timidone, che introduce alla grande riserva naturale chiamata Arca di Noè per una ragione evidente: la fauna straordinaria che la popola miracolosamente al riparo da ogni assalto. Tra guglie e falesie a picco sul mare si possono ammirare pernici, lepri, mufloni, daini, avvoltoi, gabbiani, rapaci rari come il grifone e il falco pellegrino e persino cavallini della Giara, i celebri puledri dagli occhi a mandorla importati dall'altopiano di Gesturi per riprodursi in un habitat certo non meno invitante. Interessante anche la flora, con piante esclusive della zona come la palma nana, e con tutta la vegetazione caratteristica della macchia mediterranea. All'interno della riserva alcune cale di incomparabile bellezza, Cala della Puntetta e Cala della Barca, da cui si ammirano le falesie più alte: quelle di Punta Carene (171 metri), di Punta del Leone (284 metri) e di Punta Cristallo che precipita in mare a perpendicolo per 326 metri. Impossibile rimanere indifferenti al fascino della grotta di Nettuno, una delle più belle dell'isola, meta ogni anno di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, accessibile sia a bordo di imbarcazioni private che da terra, grazie all'Escala del Cabriol. Scavata dall'azione dolce dell'acqua, la grotta è percorsa al suo interno da un laghetto, lungo centoventi metri. C’è un luogo però che, al di là di ogni considerazione naturalistica, rappresenta forse il simbolo di quest'angolo straordinario del territorio algherese. È l'isola Foradada, che si può ammirare sporgendosi sulla terrificante falesia subito dopo il porto di Tramariglio. Un'isola scura, rocciosa, solitaria, che sembra precipitata direttamente dal cielo sul mare. CapoCaccia è un affascinante angolo roccioso che si trova sulla costa di Porto Conte, a una decina di chilometri da Alghero, nel nord della Sardegna. Tutta la zona è un susseguirsi di meraviglie naturalistiche e di testimonianze storiche. Fra le tante merita una visita attenta il nuraghe Palmavera, sulla strada per Porto conte. Mentre sulla cosiddetta “strada dei due mari”, che collega Porto Torres ad Alghero, si trova l'importantissima necropoli di Anghelu Ruju (Angelo Rosso), un complesso di domus de janas scoperto nel 1905, costituito da 35 ipogei scavati in un banco di arenaria. Notevole anche la tomba Santu Pedru, sulla strada per Ittiri, appartenente all'antica civiltà di Bonnanaro. Un panorama straordinario su tutta la penisola si può ammirare dalla Scala Piccada, una strada in ripidissima salita che conduce a Villanova Monetelone.
Autore: Nadia F. Poli