Bevagna, Umbria: il centro del mondo. Paesaggi dell'anima
Appena Bevagna appare, in mezzo alla valle, bianca, grigia, rosata, esattamente chiusa dentro l’anello delle mura come in un affresco del Trecento o del Quattrocento, si ha l’ìimpressione di trovarsi davanti a un prodigio. Forse è per il rosa tenero del monte Subasio, che si stempera fino a sciogliersi nell’azzurro sbiancato del cielo; forse è per le memorie francescane che si liberano dai lacci del passato e assumono ovunque, da Assisi a Gubbio, gli aspetti di una presenza attuale e quotidiana. Forse è per i versi dell’XI canto del Paradiso dantesco, conservati come un ricordo antico, o una profezia di beatitudine terrena. Lungo i 1700 metri dell’ininterrotto perimetro murario, si aprono sei varchi, le antiche porte attraverso cui si accede al borgo di Bevagna: la grazia un po’ medievale un po’ tardo barocca di porta Foligno, la compostezza severa di porta Cannara, l’eleganza penetrante di porta Guelfa, l’abbandono misterioso di porta delle Fosse, tutta murata, la delizia paesana di porta Sant’Agostino, oggi soltanto una via fra le mura, la perfezione rotonda di porta Molini e, infine, la gentilezza fluviale di porta Todi, vicino alla quale scorre il Clitunno, che lì si getta nel Timia.
Entrare in Bevagna è come immergersi in un’altra dimensione, trovarsi in mezzo a un sogno che si veste di realtà, all’eccezionale che si fa normalità. In tutto il mondo, probabilmente, non esiste una piazza come piazza Silvestri, in cui le leggi dell’armonia sono state così scardinate, stravolte e mescolate, al punto da renderla il volto visibile e concreto di una nuova e sublime perfezione. La chiesa di San Michele Arcangelo, il duomo, ha la facciata parallela a corso Matteotti che, antica via Flaminia, taglia con una linea diritta tutta la Bevagna medievale, perdendosi nella chiocciola di strade e piazze della Bevagna romana, che si apre intorno all’anfiteatro romano, alle terme e al tempio. Dodici chiese, tre conventi, due monasteri, resti di monumenti romani dell’antica Mevania, in cui forse nacque Properzio, palazzi del ‘400 e del ‘500, iscrizioni latine che appaiono ovunque, preziosi cartigli, templi e terme, strade intatte e immutate che si snodano fra tanta bellezza: Bevagna, per i latini Mevania, è il centro del mondo. E’ la città che, come recitavano alcuni bellissimi versi dei Punica di Silio Italico, “distesa in fertili pianure esala nebbie pesanti e sta Mevania che nutre i grandi tori, doni per Giove”.
Bevagna è una città da conoscere pian piano, da guardare, sentire e ascoltare, con tutti i suoi colori e profumi, splendori e rumori che giungono intatti dai tempi antichi. Anche le frazioni di Bevagna sono tutte incantevoli: in questa zona dell'Umbria sopravvivono tesori d'arte e borghi medievali che meritano una visita, anche perchè facilmente raggiungibili. Cantalupo, con la piazzetta variata da logge del Cinquecento e del seicento; Castelbuono, paese medievale che ha conservato buona parte delle sue antiche mura; Limigiano, anch'esso difeso da mura con torri sugli angoli; Gaglioli per raggiungere il quale bisogna giungere al santuario barocco della Madonna delle Grazie, torre del Colle, paese stretto dentro mura quattrocentesche. Oltre ai paesi che appartengono al comune di Bevagna è bene spingersi fino alla bellissima Foligno, a Gualdo Cattaneo, a Nocera Umbra: viaggi dentro il viaggio, alla scoperta di paesaggi dell'anima.
Foto: Zyance
Autore: Nadia F. Poli