Alle Bermuda, tra spiagge rosa e acque turchesi
Volendo immergersi in un’atmosfera caraibica dalle note spiccatamente occidentali si può sognare o programmare una vacanza alle Bermuda. In realtà, pur non appartenendo ai Caraibi, trovandosi solo a circa 1.000 km dalla costa orientale degli Stati Uniti, l’arcipelago delle Bermuda con oltre duecento isolotti corallini e una ventina di isole abitate rappresenta in ogni caso una meta esotica, soprattutto nell’alta stagione che va dalla primavera all’inizio dell’autunno. In questo periodo, infatti, le acque sono particolarmente calde ed è più gradevole nuotare oppure fare snorkeling, ma anche la bassa stagione che corrisponde al nostro inverno ha le sue attrattive. Oltre ai prezzi notevolmente inferiori, il periodo invernale è il migliore per visitare in lungo e in largo le isole oppure dedicarsi al surf. Se non soffiano i venti freddi dall’Atlantico, le temperature sono comunque gradevoli con medie invernali intorno ai 20° , mentre in estate si aggirano sui 30°.
Premesso questo, va da sé che le Bermuda attirano molti turisti provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, in particolare per la magia delle sue spiagge. Sono un numero infinito lungo i 150 km di coste, le piccole cale e le ampie spiagge, spesso colorate di rosa che offrono una grande varietà di servizi e opportunità. Si va dalle spiagge private, proprietà di alberghi e club a quelle pubbliche che sono, tra l’altro, molto numerose. Tra quelle private, la più esclusiva è Mid Ocean Club con incantevoli calette e un campo da golf, ma soffermandosi su quelle pubbliche la scelta è davvero ampia. Spesso ben attrezzate, le spiagge di pubblico accesso comprendono ad esempio Shelly Bay, dalle acque poco profonde e molto adatta per famiglie con bambini, disponendo anche di un campo giochi e vari servizi. La vicinanza all’Acquario delle Bermuda offre, inoltre, la possibilità di una divagazione alla vita da spiaggia, visitando una delle maggiori attrattive dell’arcipelago. In assoluto la più vicina al capoluogo Hamilton, Elbow Beach si estende per 1 km ed è preferita dagli appassionati di kitesurf e windsurf. Tuttavia, la spiaggia pubblica più famosa che offre una grande varietà di attività e sport acquatici è Snorkel Park adiacente al Royal Naval Dockyard, il museo marittimo delle Bermuda, altro luogo di interesse da non mancare. Quì è possibile noleggiare diverse attrezzature, da quelle per lo snorkeling, favorito dalla presenza di molte specie di pesci e coralli al kayak.
Un'altra spiaggia pubblica rinomata per lo snorkeling è Horseshoe Bay, una delle più belle delle Bermuda e molto frequentata. Molto ampia, circa 6 km, la spiaggia si presta sia al surf che al nuoto nella parte dove le acque sono più basse e tranquille. La spiaggia, che si trova all’interno di una riserva naturale insieme ad altre 11 spiagge, diventa la location della festa degli aquiloni il venerdì prima di Pasqua, oltre che della gara di castelli e sculture di sabbia Si possono trovare anche spiagge molto più tranquille, in alcuni casi perfino deserte, come Daniel’s Head Beach che rappresenta uno degli angoli meno noti delle Bermuda.
Comunque sia, la costante che accomuna molte delle spiagge è la loro colorazione rosa dovuta alla presenza di microorganismi rosa e rossi che vivono sulle barriere coralline e che al termine del loro ciclo di vita si depositano sul fondo dell’oceano. Le correnti li trasportano poi sulle spiagge, mischiandoli con frammenti di coralli e conchiglie, creando quel contrasto magico tra il rosa delle spiagge con il turchese e il blu profondo delle acque oceaniche, sullo sfondo del cielo azzurro a tratti limpido o solcato da nuvole vaporose. Un’immagine, questa, non solo da cartolina, ma reale che accomuna i litorali. Le spiagge più straordinarie si trovano sulla costa meridionale delle Bermuda, dove le scogliere coralline sono a brevissima distanza dalla spiaggia, mentre le piccole cale circondate dalle rocce si trovano sui tratti costieri settentrionali.
A volte si assiste anche alla presenza di strane creature marine chiamate dagli abitanti locali “navi da guerra portoghesi” perché nella loro forma ricordano appunto la vela dell’antico vascello da guerra. Classificate grossolanamente come gigantesche meduse che possono raggiungere oltre 10 mt. di grandezza, sono formazioni che comprendono più creature tentacolari da cui, ovviamente, è consigliabile stare alla larga. Fortunatamente, è raro incontrarle e non turbano il fascino di un arcipelago che per la poca profondità delle sue acque, la barriera corallina e la presenza di numerosi relitti resta un affascinante mondo marino da esplorare. In superficie, permane quel mix di cultura africana e britannica, eredità di oltre 400 anni di colonizzazione che ha reso le Bermuda il più antico possedimento oltreoceano dell’attuale Regno Unito che tuttora lo amministra.
Elementi britannici si ritrovano ad esempio nella città di St. George, il cui centro storico è stato dichiarato patrimonio Unesco, caratteristico dell’epoca coloniale con le case e gli edifici che ospitano oggi alcuni musei e rispettano lo stile originario. Reggae e calipso sono, invece, le eredità musicali dell’influenza africana, mentre dei nativi americani sono stati ripresi i costumi dai danzatori di Gombey che si esibiscono in occasione di vari eventi. Una varietà che fa delle Bermuda non solo una meta favorita dei turisti provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, ma una realtà da scoprire visitandola anche al di là delle spiagge, magari in sella ad una bicicletta o a un motoscooter, oltre che in taxi o autobus, perché non è consentito il noleggio di auto private. Del resto, ogni mezzo è utile per esplorare questa stretta e lunga striscia di terra nell’oceano Atlantico che si estende tra Washington e le Bahama.
Autore: Luciana Cattaneo