Ship Creek, una spiaggia solitaria della Nuova Zelanda
Paesaggi straordinariamente diversi tra loro, questa è South Island, la più meridionale delle due isole che costituiscono la Nuova Zelanda.
Sono proprio questi paesaggi così estremi tra loro che sopravvivono incontaminati alle spalle di Ship Creek, una spiaggia selvaggia sulla West Coast nei pressi di Hokitika sulla foce dell’omonimo fiume.
Un fiume che ha disegnato in modo surreale il passaggio dall’acqua dolce a quella salata del Mar di Tasmania.
Su questo grande mare che divide l’Australia dalla Nuova Zelanda si affacciano imponenti montagne, come il Monte Cook alto 3.574 mt oppure Hamilton Peak, ammantate di bianco nella stagione invernale che con oltre 20 località sciistiche dischiudono un insolito aspetto della vita e del turismo nel Sud Pacifico.
Giungendo a Ship Creek si può davvero immaginare di essere i primi esploratori di questo angolo di mondo. Non si tratta di una spiaggia attrezzata, né sfruttata dall’industria turistica, ma rappresenta il luogo ideale per un’immersione totale in una natura prodigiosa, lontana anni luce da ogni riferimento con il mondo moderno. La foresta costiera e selvaggia insieme alle zone umide e paludose circondano questa spiaggia che abbaglia nel suo candore in contrasto con il mare profondamente blu.
Tra la vegetazione lussureggiante cresce l’albero più alto della Nuova Zelanda, chiamato in lingua maori Kahikatea, una conifera che può superare i 50 mt di altezza. Ciò che rende particolare Ship Creek, oltre alla bellezza selvaggia, è la possibilità di potervi accedere a piedi e attraversare l’ambiente che la circonda, rimasto immutato dalla notte dei tempi, per mezzo di alcuni sentieri che portano alla scoperta della zona umida interna e della spiaggia. Una lunga spiaggia tra le dune, disseminata di legni traportati dalle onde che raggiungono la riva, ora tranquille, ora imponenti e intorno solo il loro rumore.
Così arrivarono sulla spiaggia i resti della nave Schomberg affondata nel 1855 al largo della costa Australiana, percorrendo oltre 1.500 km nel Mar di Tasmania. Le parti del relitto impiegarono alcuni anni a raggiungere la spiaggia che prese il nome dal loro ritrovamento e oggi sono esposti al Museo Storico di Hokitika. I 300 passeggeri della Schomberg riuscirono a salvarsi tutti e non potevano certo immaginare che da quel naufragio sarebbe passata alla notorietà una spiaggia incontaminata dall’altra parte del mare sulla West Coast della Nuova Zelanda.
Fonte seconda foto in alto: Wikipedia - autore Smith Laurence
Autore: Luciana Cattaneo