Un sabato del mese appena trascorso, io e le mie amiche abbiamo deciso di fare una visita a una località nota a tutti per la produzione e commercializzazione su scala mondiale del suo principale prodotto tipico: il vetro, che, in onore alla sua provenienza geografica, è detto, appunto, “vetro di Murano”. Per me non è stata la prima volta che sono stata nell’isola, dato che ho i nonni a Venezia, ma per le mie compagne di viaggio questa è stata l’avventura numero uno nella indimenticabile “laguna dei mille colori”. Essendo tutte singles, dopo un paio di giorni tra le suggestive calle e fondamenta della romantica Venezia (la città più bella in assoluto … in attesa di tornarci in dolce compagnia!), abbiamo pensato che ci avrebbe fatto bene lasciarci piacevolmente stordire dalle scintillanti, iridescenti e variopinte tentazioni esposte nelle vetrine di Murano.
E così abbiamo preso dalla stazione S. Lucia di Venezia la linea “D.M.” dei bus acquatici, quella che collega direttamente la stazione con Murano e viceversa. Anche se la linea DM permette di raggiungere la meta in qualche minuto, se si preferisce godere per una ventina di minuti del panorama della laguna veneta visto dal mare o semplicemente non risulta comodo raggiungere la stazione S. Lucia, se ci si trova a Venezia, è possibile arrivare a Murano tramite altre linee, che fanno varie fermate in diversi punti della città.
Appena scesi dal traghetto, forse considerato anche che era un giorno non lavorativo almeno per la maggioranza dei passeggeri (lo si vede subito già dalle facce rilassate e contente!), allo sbarco un simpatico signore, titolare di una fornace, che ci ha invitato a seguirlo in una visita alla sua azienda. E’ corsa via un’ora, veloce come le operose mani degli operai (o, meglio, degli artigiani, visti i prestigiosi risultati) che, colando il vetro con degli appositi macchinari, riescono a forgiare oggetti come gioielli, lampadari, vasi, soprammobili, specchi e perfino porte, scale, monumenti e altro ancora. Una volta che i colori sono colati, mescolandosi l’uno dentro l’altro, gli operai provvedono al progressivo raffreddamento alle opportune temperature, a seconda del tipo di lavorazione. Eh sì, perché le lavorazioni, perfino quelle più note e commercializzate (come i prodotti formati dalla sapiente aggregazione di molteplici murrine o gemme dai riflessi variegati, il “granigliato”, il “cristallo”, il “foglia oro” o “foglia argento” etc…), sono assai numerose e richiedono un procedimento differenziato, sia nei materiali che nelle fasi di fusione e di raffreddamento. Magari sarò un troppo fantasiosa, ma mi sembrava di assistere a un rituale magico, in cui lo scintillare dei colori, che formavano lingue infuocate, pareva propiziare eventi fausti e miracolosi.
Beh, tornando con i piedi per terra e affrontando un discorso di stringente attualità, secondo me una cosa è sicura: l’esperienza che si tra...
Autore: young friends - Viaggio del 10/2008